La trilogia della villeggiatura

Le smanie · Le avventure · Il ritorno
Da Carlo Goldoni

Un successo che è riuscito a portare la cultura nella capitale delle discoteche.

La Voce di Romagna 21/08/05

Con Giorgia Penzo (Giacinta, Vittoria), Marco Amistadi, Nicola Cavallari (Leonardo, Guglielmo), Alberto Caramel (Ferdinando, Fulgenzio), Marcello Franca (Filippo, Paolino, Sabina, Bernardino), Stefania Nicolini, Francesca Airaudo (Brigida) e con la partecipazione straordinaria del Principe Maurice Agosti (Carlo Goldoni)
Costumi e dècor di Paul Mochrie
Disegno luci di Nevio Cavina
Adattamento e drammaturgia di Davide Schinaia e Giorgia Penzo
Regia di Davide Schinaia

Produzione Maan 2005

NOTE DI REGIA

Ho concepito l’idea di tre commedie consecutive: nella prima si vedono i pazzi preparativi, nella seconda la folle condotta, nella terza le conseguenze dolorose che ne provengono.

Carlo Goldoni, prefazione a La Trilogia della Villeggiatura

Il tema della villeggiatura permette a Goldoni di mettere in luce, con una vena critica ed ironica, le attitudini dei suoi tempi, che vedevano famiglie medio-borghesi rincorrere i lussi di una vacanza che superasse sempre le precedenti per divertimenti, agi, ospitalità. Dietro questi “indaffarati ozi” nel turbine vacanziero, tra amori ed amoretti, folli preparativi, valigie fatte e disfatte, abiti alla moda e chiaccihere da giardino, si celano le verità dei personaggi.

E quello che sembra un trittico di commedie, è in realtà un unico dramma, che usa il sorriso per dissimulare una riflessione amara sulla vacuità dell’intrattenersi con il gioco e con lo spendere denaro, pur di allontanare il più possibile il pensiero di un tempo inesorabile che si mangia la vita e che è sempre troppo breve per lasciar capire fino in fondo chi si è e cosa davvero si vorrebbe.

La trilogia goldoniana esordisce con un primo testo, le Smanie, che è quasi una farsa, fatta di contrattempi, equivoci e imbarazzi da pochade. La seconda commedia, di transizione, è una visione poetica dei personaggi e delle Avventure della vacanza, gli amoretti, il tirar tardi, il gioco, le mangiate e il caffè. Per ultimo, un Ritorno “cechoviano”, pieno di rimpianti, melanconia, consapevolezza di una gioventù finita e nuovi addii.

Questi testi parlano di ciò che viviamo, ne parlano guardandoci dalla distanza di due secoli, trasfigurando in modo surreale le nostre eredità di moderni villeggianti che hanno, in piccolo e con alcune varianti, vizi e virtù identici. Volevamo però che questo parallelo fosse anche più evidente, ed abbiamo voluto fare un esperimento-tradimento: abbiamo studiato i gerghi giovanili dagli anni sessanta ad oggi, leggendo testi, romanzi, canzoni, dizionari, e con questo materiale abbiamo lavorato sul personaggio di Vittoria, cercando di darle una lingua niente affatto goldoniana, piena di neologismi, pur cercando di rispettare, nei significati e nello spirito, la scrittura di Goldoni.

RASSEGNA STAMPA

“Tutti matti per Goldoni: troppo pubblico a Riccione”
«La Voce di Romagna» 20/08/05

“È iniziata con un successo forse inaspettato, tanto da far accorrere più persone dei posti a sedere previsti, la messa in scena della Trilogia della Villeggiatura di Carlo Goldoni nelle tre ville storiche di Riccione… Un successo che è riuscito a portare la cultura nella capitale delle discoteche.”
(Goldoni nelle ville della Perla, «La Voce di Romagna», 21/08/05)

“La terza edizione di Comici in Villla quest’anno è imperniata sulla Trilogia della Villeggiatura goldoniana: una sorta di lavoro itinerante, uno spettacolo diviso in tre parti dove ogni commedia -portata in scena con incisiva coralità da Giorgia Penzo, Alberto Caramel, Nicola Cavallari, Marcello Franca, Stefania Niccolini e Maurice Agosti, può anche vivere di vita propria.”

 “La Trilogia della Villeggiatura nelle ville di Riccione tra glamour e mondanità…”

“Allo stilista Paul Mochrie il compito di interpretare in chiave moderna i costumi che partendo da spunti settecenteschi si contaminano con le mode attuali… nella Trilogia della Villeggiatura, in un originale allestimento in in cui i tre spazi architettonici e verdi delle ville di proprietà comunale, Villa Lodi Fè, Villa Mussolini e Villa Franceschi, diventano scena delle vicende narrate.”

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